domenica 3 gennaio 2016

Aria, acqua, terra e fuoco… Benvenuto 2016!


Quasi per caso abbiamo deciso di festeggiare il Capodanno 2016 in rifugio: niente preoccupazione per la scelta di abiti adeguati all’occasione, nessuna necessità di programmare il tempo al di fuori delle sempre interminabili ore trascorse a tavola, come in ogni festa che si rispetti, solo uno zaino sulle spalle con l’essenziale.

E poiché nella nostra Valle, la Valle di Susa, i sentieri da percorrere e i panorami da scoprire sono moltissimi, è bastato percorrere la statale per qualche paese fino a Beaulard e poi salire ancora in auto poche curve per arrivare a Chateau Beaulard. Ad accoglierci, abbiamo trovato un cartello in legno che ci invitava ad andare piano perchè lì i bambini giocano ancora per strada.

Abbiamo subito capito di essere nel posto giusto: pochi balzi e ci siamo trovati fuori dall’auto e sul sentiero per il rifugio “Guido Rey”. Aria, di quella vera, bella, pulita e piacevole intorno a noi: il respiro man mano più leggero e veloce, il profumo del bosco nelle narici, sopra le nostre teste rami di pini ed abeti ed il cielo ancora azzurro. Appena il tempo di sentire tendersi i muscoli ed i nervi delle gambe, ed ecco una radura. Ed il rifugio. Come sempre quando si arriva ad una meta, la sensazione è quella di aver raggiunto una terra nuova, ma diventata familiare perché la si è agognata durante il cammino. E così, con la terra sotto i piedi, ma sospesi per aria a 1791 m. s.l.m., ci siamo naturalmente girati ad ammirare lo spettacolo della bassa valle avvolta in una nebbia che noi avevamo la fortuna di esserci lasciati alle spalle.

Il tempo di una doccia, l’acqua che scorre sul corpo a lavare via l’ultimo briciolo di città e stress ed eccoci davvero pronti a festeggiare. Il vin brulè, i tavoli in legno, i commensali che prendono posto, tutti lì a condividere, senza esserci mai conosciuti prima, il rituale del passaggio ad un nuovo anno, ciascuno con le proprie speranze, i propri buoni propositi.

E di buoni propositi, a mezzanotte, intorno al fuoco ne ho fatti parecchi. Sarà che il fuoco è il mio elemento; o forse il ricordo di quando, da piccola, mi scaldavo davanti alla brace negli interminabili pomeriggi autunnali in cui la nonna, in campagna, faceva il pane per tutti; o forse, ancora, la sensazione che in fondo le reazioni che produce il fuoco sono quelle basilari della vita e senza di lui non si andrebbe avanti.  Non saprei spiegare il perché, so solo che le idee sono tante e tutte hanno al centro la voglia di essere sempre più libera nei movimenti della corsa e di trovare la forza che serve nella musica, che è ciò che finora non mi ha davvero mai abbandonata.

Passata la notte più lunga dell’anno, il risveglio non poteva essere migliore. Il cielo sereno, la montagna in uno splendore quasi estivo (senza neve, infatti, sembrava di essere alcuni mesi indietro, o avanti, a seconda dei punti di vista) e, soprattutto, una meta in mente: percorrere tutto l’anello del sentiero che collega il “Guido Rey”, San Giusto, Beaulard e Chateau Beaulard.

Ed ecco, di nuovo, uno splendido intrecciarsi di aria, in ogni respiro dal profumo di bosco, terra sotto ogni passo, acqua il più delle volte bellissima e pericolosa perché ghiacciata e, naturalmente il fuoco. Sì, perché la fatica scalda le guance e gli arti e in alcuni punti forse fa pensare di non farcela. Poi però quello stesso  fuoco ti spinge avanti e basta poco: un po’ di curiosità e l’aiuto preziosissimo di chi ti apre la pista, ti sostiene e ti strappa anche un sorriso.  Dimentichi la fatica, superi la roccia, ritrovi il sentiero, vai più in alto e lo scenario che si dischiude davanti ai tuoi occhi è ancora più  bello di quello che ti sei appena lasciato alle spalle.  Allora pensi che forse può essere così anche nella vita e ti fai l’augurio di avere sempre una nuova meta, le gambe e il cuore per superare la fatica e raggiungerla godendoti il panorama.

Tornando sull’automobile e poi scendendo verso la splendida Susa, a salutare le testimonianze della nostra Storia (quella con la “S” maiuscola, lasciate dai Romani e poi dagli uomini del Medioevo), ho pensato che quelle sensazioni provate nei boschi me le voglio portare dietro tutto l’anno. In fondo, aria, acqua, terra e fuoco sono anche dentro ognuno di noi…

Buon viaggio e ad maiora!

Caselette, 3/1/2016


Vero Ve





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