Quasi per caso abbiamo deciso di
festeggiare il Capodanno 2016 in rifugio: niente preoccupazione per la scelta
di abiti adeguati all’occasione, nessuna necessità di programmare il tempo al
di fuori delle sempre interminabili ore trascorse a tavola, come in ogni festa
che si rispetti, solo uno zaino sulle spalle con l’essenziale.
E poiché nella nostra Valle, la
Valle di Susa, i sentieri da percorrere e i panorami da scoprire sono moltissimi,
è bastato percorrere la statale per qualche paese fino a Beaulard e poi salire
ancora in auto poche curve per arrivare a Chateau Beaulard. Ad accoglierci,
abbiamo trovato un cartello in legno che ci invitava ad andare piano perchè lì
i bambini giocano ancora per strada.
Abbiamo subito capito di essere
nel posto giusto: pochi balzi e ci siamo trovati fuori dall’auto e sul sentiero
per il rifugio “Guido Rey”. Aria, di quella vera, bella, pulita
e piacevole intorno a noi: il respiro man mano più leggero e veloce, il profumo
del bosco nelle narici, sopra le nostre teste rami di pini ed abeti ed il cielo
ancora azzurro. Appena il tempo di sentire tendersi i muscoli ed i nervi delle
gambe, ed ecco una radura. Ed il rifugio. Come sempre quando si arriva ad una
meta, la sensazione è quella di aver raggiunto una terra nuova, ma diventata familiare perché la si è agognata durante
il cammino. E così, con la terra sotto i piedi, ma sospesi per aria
a 1791 m. s.l.m., ci siamo naturalmente girati ad ammirare lo spettacolo della
bassa valle avvolta in una nebbia che noi avevamo la fortuna di esserci
lasciati alle spalle.
Il tempo di una doccia, l’acqua
che scorre sul corpo a lavare via l’ultimo briciolo di città e stress ed eccoci
davvero pronti a festeggiare. Il vin brulè, i tavoli in legno, i commensali che
prendono posto, tutti lì a condividere, senza esserci mai conosciuti prima, il
rituale del passaggio ad un nuovo anno, ciascuno con le proprie speranze, i
propri buoni propositi.
E di buoni propositi, a
mezzanotte, intorno al fuoco ne ho fatti parecchi. Sarà che
il fuoco
è il mio elemento; o forse il ricordo di quando, da piccola, mi scaldavo
davanti alla brace negli interminabili pomeriggi autunnali in cui la nonna, in
campagna, faceva il pane per tutti; o forse, ancora, la sensazione che in fondo
le reazioni che produce il fuoco sono quelle basilari della
vita e senza di lui non si andrebbe avanti.
Non saprei spiegare il perché, so solo che le idee sono tante e tutte
hanno al centro la voglia di essere sempre più libera nei movimenti della corsa
e di trovare la forza che serve nella musica, che è ciò che finora non mi ha davvero
mai abbandonata.
Passata la notte più lunga dell’anno,
il risveglio non poteva essere migliore. Il cielo sereno, la montagna in uno
splendore quasi estivo (senza neve, infatti, sembrava di essere alcuni mesi
indietro, o avanti, a seconda dei punti di vista) e, soprattutto, una meta in
mente: percorrere tutto l’anello del sentiero che collega il “Guido Rey”, San
Giusto, Beaulard e Chateau Beaulard.
Ed ecco, di nuovo, uno splendido
intrecciarsi di aria, in ogni respiro dal profumo di bosco, terra sotto ogni passo, acqua
il più delle volte bellissima e pericolosa perché ghiacciata e, naturalmente il
fuoco.
Sì, perché la fatica scalda le guance e gli arti e in alcuni punti forse fa pensare
di non farcela. Poi però quello stesso fuoco
ti spinge avanti e basta poco: un po’ di curiosità e l’aiuto preziosissimo di
chi ti apre la pista, ti sostiene e ti strappa anche un sorriso. Dimentichi la fatica, superi la roccia,
ritrovi il sentiero, vai più in alto e lo scenario che si dischiude davanti ai
tuoi occhi è ancora più bello di quello
che ti sei appena lasciato alle spalle. Allora
pensi che forse può essere così anche nella vita e ti fai l’augurio di avere
sempre una nuova meta, le gambe e il cuore per superare la fatica e raggiungerla
godendoti il panorama.
Tornando sull’automobile e poi
scendendo verso la splendida Susa, a salutare le testimonianze della nostra
Storia (quella con la “S” maiuscola, lasciate dai Romani e poi dagli uomini del
Medioevo), ho pensato che quelle sensazioni provate nei boschi me le voglio
portare dietro tutto l’anno. In fondo, aria,
acqua,
terra e fuoco sono anche dentro ognuno di noi…
Buon viaggio e ad maiora!
Caselette, 3/1/2016
Vero Ve
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